domenica 30 ottobre 2011

Un invito ai pendolari

Un invito ai pendolari della media valle Susa (Sant’Ambrogio/Bruzolo)

Alcuni anni fa ho dato vita, insieme ad alcuni di voi, al comitato pendolari Media Valsusa: territori compresi fra Sant’Ambrogio e Bruzolo. Sono stato incaricato a rappresentare lo stesso per la conoscenza che ho della materia in quanto, all’epoca operatore del settore, affiancato per questo incarico, dal mio amico e collega Mauro Davì. In questi anni, compatibilmente con i miei impegni mi sono fatto portavoce, presso l’Agenzia Metropolitana per la Mobilità e presso tutti gli enti e le istituzioni in cui si parlava di trasporto locale, delle istanze e delle criticità da voi segnalatemi. Consapevole dei gravi disagi che i pendolari giornalmente subiscono, mi sono sempre speso per cercare di portare a risoluzione le criticità da voi indicatemi suggerendo modifiche agli orari e proponendo soluzioni ai vari problemi, compresa la questione delle coincidenze con i treni interregionali a Torino e di quelle verso l’alta valle a Bussoleno; abbiamo inoltre più volte elaborato e proposto dei programmi orari alternativi per la nostra linea. Molte segnalazioni e proposte presentate all’agenzia metropolitana, singolarmente o in concorso con gli altri comitati, hanno ottenuto risultati positivi sia in termini del miglioramento della qualità del servizio che in ragione della quantità treni, così come per il numero delle fermate nelle stazioni intermedie dei nostri territori. Tante sono le cose da fare e parecchie sono le energie che occorrerà mettere in campo per cercare di risolvere le numerosi questioni ancora oggi irrisolte e quelle che inevitabilmente si ripresenteranno. Faccio un esempio da non sottovalutare per le ripercussioni gravi e peggiorative, del trasporto su rotaia, che si avranno non appena il piano dell’Agenzia Metropolitana per la Mobilità andrà in vigore. L’Agenzia, intende attuare un progetto denominato Sistema Ferroviario Metropolitano il quale, quando andrà a regime, farà si che la metà dei treni pendolari NON fermerà più nelle stazioni fra Sant’Ambrogio e Bruzolo. Questo significa che per usufruire dei treni che NON fermeranno nelle nostre stazioni occorrerà recarsi con mezzi propri ad Avigliana o a Bussoleno; un disagio enorme per pendolari e studenti e per quanti devono spostarsi per raggiungere i servizi e gli uffici pubblici dislocati in tutta la valle. In questi anni ho sempre tenuto separate la politica e il comitato così da poter assumere liberamente posizioni critiche indipendentemente dall’interlocutore politico del momento. Per continuare a dar voce a chi il treno lo usa quotidianamente per lavoro o studio, per riuscire a portare avanti le istanze dei pendolari/clienti presso gli enti e gli organismi che gestiscono il trasporto locale è necessario che nuove energie entrino a far parte del comitato in maniera tale da allargare la base attiva che intende occuparsi delle problematiche del trasporto pubblico locale. Invito chiunque voglia dare il proprio contributo a contattarmi via Email al seguente indirizzo: t.matarazzo@inwind.it
Grazie.

Tullio Matarazzo

venerdì 28 ottobre 2011

PENSIONI, PRIMA TAGLIATE LE VOSTRE

Sempre più insistentemente ci sentiamo riproporre da politici, economisti e tuttologi, la questione dell’innalzamento dell’età pensionabile e di altre varie modifiche indispensabili per riequilibrare i conti dello stato e uniformare il nostro sistema previdenziale a quello di altri stati europei; tutta gente questa, che non ha mai svolto attività lavorative manuali e di fatica. A loro dire negli anni a venire le casse dellom stato ne trarrebbero notevoli benefici, ragion per cui il sistema previdenziale va assolutamente riformato. Come se le origini di tutti i guai dell’Italia siano attribuibili unicamente al sistema previdenziale dei lavoratori dipendenti che pagano regolarmente tutto il dovuto, contributi previdenziali e tasse, trattenuti direttamente dalla retribuzione, ancor prima di riscuoterla. Ora, dal momento che l’aspettativa di vita di ciascuno è innegabilmente aumentata, ragionare sulla necessità di armonizzare il sistema previdenziale a questa nuova condizione potrebbe non essere un tabù. Ciò detto, occorrerebbe adeguare in pari tempo anche tutti i servizi di cui godono i cittadini europei a cui si fa sempre riferimento. In poche parole tutto quanto è necessario per poter chiedere ad un lavoratore di prolungare la permanenza in attività, dal momento che non si possono prendere a riferimento solo gli aspetti previdenziali di altri paesi meno favorevoli, rispetto al nostro, e ignorare totalmente gli aspetti positivi di cui questi godono. Solo dopo, o comunque contemporaneamente alla riduzione del numero dei parlamentari, all’abolizione delle province e delle migliaia di enti inutili, voraci consumatori di consulenze affidate agli amici degli amici, solo dopo l’abolizione di tutti questi enti in cui vengono sistemati politici trombati e/o a fine carriera, solo dopo tutto questo, apparirebbero un po’ più credibili. Anche se ci viene raccontato che il risparmio sarebbe minimo, quasi trascurabile, incomincino a farci vedere come si può risparmiare, nel modo in cui farebbe un buon padre di famiglia. E non corrisponde al vero che la riduzione del numero dei consiglieri comunali dei piccoli comuni porti vantaggio ai bilanci degli stessi, dal momento che i consiglieri di questi comuni non percepiscono alcun compenso. Questi provvedimenti, presentati come miracolistici, sono in realtà espedienti esclusivamente demagogici. Solo dopo averci dimostrato di essere un po’ più uguali a noi cittadini di strada e un po’ meno casta, l’idea di riforma delle pensioni potrebbe essere meno incomprensibile: essendo che l’imposizione fiscale in Italia è la più alta fra tutti i paesi a cui sempre si fa riferimento. A tal proposito finanche il vitalizio dei parlamentari attualmente percepibile dopo un solo mandato, dovrebbe seguire lo stesso procedimento di calcolo utilizzato per i lavoratori dipendenti. Vale a dire che dovrebbe potersi incassare solo al raggiungimento dei quaranta anni di lavoro e di contribuzione e comunque solo il raggiungimento dell’età pensionabile, come previsto per i lavoratori dipendenti. Solo allora diventerebbe proponibile una radicale trasformazione del sistema previdenziale, in maniera tale da poter assicurare anche ai nostri figli una dignitosa pensione.

Tullio Matarazzo

Condove