giovedì 22 novembre 2012

Presidente Napolitano, noi cittadini vorremmo eleggere il governo



Egregio sig. Presidente della Repubblica, mi rivolgo a Lei, in quanto primo cittadino d’Italia e supremo garante delle istituzioni, per manifestare il mio più profondo sconcerto per le ultime vicende Europee e Italiane che ci hanno visti, nostro malgrado, protagonisti. Da troppo tempo ormai l’Italia e gli Italiani vengono oltremisura umiliati, scherniti e beffati. Signor presidente Lei ci ha sempre legittimamente spronati e sollecitati ad essere più convintamene europeisti: senza se e senza ma. Tuttavia questa Sua ferma persuasione, visti gli avvenimenti di questi ultimi giorni per quanto concerne l’assegnazione dei fondi europei per le zone terremotate, hanno mostrato ancora una volta, se mai fosse stato necessario, che alcuni paesi sono molto meno europeisti e assai poco solidali verso chi in determinate gravi situazioni si trova in condizioni di patimento. Signor Presidente, con tutta la Sua autorevolezza mi sarebbe piaciuto sentire la Sua voce, sulla vicenda, nei confronti di quei paesi che con tanta insensibilità hanno inscenato quella pantomima. Signor presidente, non mi pare che questo blasonato governo di professori sia riuscito a dare all’Italia molto più prestigio e autorevolezza di quanta ne avesse nel passato. Quei pochi denari non accettiamoli, mostriamo loro che non abbiamo bisogno di elemosine. Troppo spesso si ha l’impressione che ci sia la volontà di creare una Europa a due velocità, che si voglia realizzare un direttorio di paesi forti con più poteri di altri, che possano dettare l’agenda politica Europea; naturalmente a loro esclusivo vantaggio. Ora basta, non  se ne può più di dover sottostare ai veti e agli umori di questi paesi. A volte si ha l’impressione che questi abbiano dichiarato “la terza guerra mondiale” con criteri finanziari evoluti, anziché con armi convenzionali; sistemi molto più devastanti. Oltre al resto signor Presidente, molto sommessamente mi permetto di richiamare alla memoria quanto recita l’articolo uno comma secondo della nostra Costituzione: “la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, questo solo per affermare che la stragrande maggioranza degli Italiani non gradirebbe la riproposizione di un governo di nominati. Qualora con le elezioni del prossimo anno non si giungesse ad una maggioranza parlamentare ben definita, Signor Presidente, non nomini un altro governo di professori, dia un'altra volta la voce ai Cittadini e li chiami nuovamente alle urne. Ora Basta con questi super tecnici, noi cittadini vogliamo esercitare la sovranità prevista in costituzione.
Tullio Matarazzo
Condove 

sabato 10 novembre 2012

ORA BASTA, formiamo una rete di cittadini.


Ora basta, non se ne può più di sentire ogni giorno enunciare che la crisi volge al termine, che si intravede una luce in fondo al tunnel, ma quando? Di sentire che la classe dirigente di questo Paese si rivolge ai nostri figli definendoli bamboccioni, sfigati, choosy (esigenti, difficili) incapaci di trovarsi un lavoro e rendersi indipendenti dalla famiglia, di sentir dire che cambiare lavoro è bello: ma quale lavoro?  I nostri figli non hanno genitori importanti in grado di assicurare loro una fulminea carriera, una cattedra o altro incarico lautamente retribuito, i nostri figli non hanno il Papi con la “fabbrichetta”. Di sentire che gli stipendi dei parlamentari, dei consiglieri regionali e  provinciali, dei funzionari statali, dei dirigenti di pubbliche amministrazioni non si possono tagliare. Di venire a conoscenza che ognuno di costoro siede in più consigli di amministrazione senza che si adombri, per loro, il conflitto di interessi. Molti, troppi, intascano ogni mese quanto un lavoratore in un anno, altri quasi quanto un lavoratore in dieci anni, altri ancora, ogni giorno, quanto un pensionato al minimo percepisce in un mese. Ed è palese che  gli organismi preposti a valutare la legittimità della proposta di riduzione degli emolumenti di politici, magistrati, dirigenti e funzionari, avendo loro stessi gli stipendi legati a quelli dei personaggi sopra citati, non si esprimeranno mai con valutazioni tali da autorizzarne la diminuzione; sarebbe come se il tacchino proponesse di anticipare il Natale. Ora basta, non se ne può più di vedere che in ogni partito o movimento i falchi si fanno colombe e viceversa, ognuno si posiziona nell’area politica in cui spera di trovare, alle prossime elezioni, riconferma o accoglienza nelle liste che verranno presentate dai vari partiti. Basta sentire i vari protagonisti politici ingiuriare e denigrare chi non la pensa come loro, magari aizzando le folle nelle piazze in cui si presenta, leggere sui quotidiani schierati odiosi titoli contro l’avversario politico. Ora basta, ricordiamocene sul serio, alle prossime elezioni quando saremo chiamati a votare, di tutti questi personaggi che hanno portato l’Italia nel baratro e adesso si ripropongono come uomini del rinnovamento. Ora basta non ne possiamo più di dover andare dietro agli umori di quei monarchi, condottieri di movimenti e partiti che da decenni regnano e calcano indisturbati la scena politica razziando tutto ciò che gli è stato possibile. Questi professoroni, questi super esperti buoni per tutte le stagioni che troviamo ovunque in politica lasciamoli a casa e voltiamo pagina.. E mi rivolgo a quel cinquanta per cento circa di persone che schifate da questa classe politica non si reca più alle urne. Non restiamo inerti, alziamoci in piedi con uno scatto di orgoglio e dedichiamoci noi stessi alla politica, incontriamoci formiamo una rete di cittadini per sostenere la buona politica, non dell’antipolitica, poiché sono certo che in Italia c’è tanta brava gente (a prescindere dall’età anagrafica) che vorrebbe fare qualcosa per il proprio Paese, ricordandoci che siamo noi stessi i responsabili del nostro futuro e del nostro destino.

Ora basta.      
Tullio Matarazzo
Condove