giovedì 3 gennaio 2008

Ambiente: quale futuro?

In questi ultimi anni si sono consumati fiumi di inchiostro per descrivere tutti i mali del nostro pianeta, ci sono i catastrofisti che vedono la salvezza solo con un forte arretramento dello stato di benessere che attualmente stiamo vivendo, altri invece ritengono che sia sufficiente governare con più attenzione le attuali criticità, senza per altro intravedere scenari apocalittici, come se la fine del mondo fosse dietro l'angolo; tutti noi pensiamo di possedere la ricetta giusta per salvare l'ambiente che ci circonda, ciascuno di noi ritiene di essere il depositario della sola ed unica verità. Anche sul TAV ci sono opposte opinioni legate all'effettiva utilità della costruzione della nuova linea, cosi come agli eventuali possibili danni all'ambiente e alla salute dei cittadini, e ogni opinione, al di là dei toni con la quale la si sostiene, rappresenta certamente una verità. Altro tema sul quale si è discusso e si continua a dibattere lasciando immutate le diverse opinioni è la questione rifiuti: differenziata SI o differenziata NO? Isole ecologiche o Porta a Porta? Quale metodo è il migliore? Perchè tanta pervicacia nel voler costruire i termovalorizzatori -l'equivalente degli inceneritori- che ancora troppo inquinano? Forse che gli oltre TRECENTO milioni di euro preventivati per la costruzione del primo termovalorizzatore suscitano qualche o forse troppi interessi? C'è o ci potrebbero forse essere alternative meno inquinanti, meno costose e anche meno impattanti? Credo di si. E poiché non sono io a sostenerlo, perchè non ho alcuna competenza in materia, ma la società che ha costruito decine di impianti a dissociazione molecolare in tutto il mondo, tenterò di spiegare di cosa stiamo parlando. Nella seconda metà del 2006 un amico mi fece leggere un articolo rintracciato su di un periodico, il quale riferiva di un impianto a dissociazione molecolare costruito in Islanda (uno dei tanti), che illustrava i procedimenti che permettono di trattare qualsiasi tipo di rifiuto e senza alcun tipo di emissione dannosa per la salute e per l'ambiente, che a sua volta produce del SynGas utilizzabile industrialmente, per riscaldamento o per produrre energia elettrica e con un residuo delle masse combuste non superiore al 3% (tre %). Posso assicurarvi che tutto questo mi sembrava impossibile quasi non credevo a ciò che stavo leggendo, ma la curiosità mi portò ad approfondire l'argomento. Dopo aver rintracciato le prime notizie su internet mi sono messo alla ricerca della società che costruisce questi impianti e rintracciato il sito www.energo.st, ho dato sfogo alla mia curiosità andando a leggere con voracità tutte le informazioni in esso contenute, non pago di quanto appreso dal sito ho contattato la EnerGO, società che costruisce gli impianti, la quale mi ha messo a disposizione ulteriore materiale informativo. Di queste tecnologie altamente innovative i politici, o almeno una parte di essi ne sono a conoscenza e casomai se alcuni non lo fossero ancora, sarebbe utile che si aggiornassero molto in fretta per poter poi tutti insieme indirizzare le future scelte politiche verso questa direzione, in maniera tale da riuscire a governare agevolmente la questione delle discariche. Cari politici ricordate quella massima che dice: "a pensare male si fa peccato, ma spesso non si sbaglia?", attenzione non correte rischi. A quanti pazientemente hanno dedicato un pò del loro tempo per leggere quanto sopra riportato pongo una domanda: ritenete che sarebbe utile costruire un impianto a dissociazione molecolare che si auto finanzia con la produzione del SynGas, che non inquina e che risolve alla radice il problema della discarica e che soprattutto non fa lievitare il costo dello smaltimento dei rifiuti ma rischia di ridurli terribilmente?

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page