venerdì 28 ottobre 2011

PENSIONI, PRIMA TAGLIATE LE VOSTRE

Sempre più insistentemente ci sentiamo riproporre da politici, economisti e tuttologi, la questione dell’innalzamento dell’età pensionabile e di altre varie modifiche indispensabili per riequilibrare i conti dello stato e uniformare il nostro sistema previdenziale a quello di altri stati europei; tutta gente questa, che non ha mai svolto attività lavorative manuali e di fatica. A loro dire negli anni a venire le casse dellom stato ne trarrebbero notevoli benefici, ragion per cui il sistema previdenziale va assolutamente riformato. Come se le origini di tutti i guai dell’Italia siano attribuibili unicamente al sistema previdenziale dei lavoratori dipendenti che pagano regolarmente tutto il dovuto, contributi previdenziali e tasse, trattenuti direttamente dalla retribuzione, ancor prima di riscuoterla. Ora, dal momento che l’aspettativa di vita di ciascuno è innegabilmente aumentata, ragionare sulla necessità di armonizzare il sistema previdenziale a questa nuova condizione potrebbe non essere un tabù. Ciò detto, occorrerebbe adeguare in pari tempo anche tutti i servizi di cui godono i cittadini europei a cui si fa sempre riferimento. In poche parole tutto quanto è necessario per poter chiedere ad un lavoratore di prolungare la permanenza in attività, dal momento che non si possono prendere a riferimento solo gli aspetti previdenziali di altri paesi meno favorevoli, rispetto al nostro, e ignorare totalmente gli aspetti positivi di cui questi godono. Solo dopo, o comunque contemporaneamente alla riduzione del numero dei parlamentari, all’abolizione delle province e delle migliaia di enti inutili, voraci consumatori di consulenze affidate agli amici degli amici, solo dopo l’abolizione di tutti questi enti in cui vengono sistemati politici trombati e/o a fine carriera, solo dopo tutto questo, apparirebbero un po’ più credibili. Anche se ci viene raccontato che il risparmio sarebbe minimo, quasi trascurabile, incomincino a farci vedere come si può risparmiare, nel modo in cui farebbe un buon padre di famiglia. E non corrisponde al vero che la riduzione del numero dei consiglieri comunali dei piccoli comuni porti vantaggio ai bilanci degli stessi, dal momento che i consiglieri di questi comuni non percepiscono alcun compenso. Questi provvedimenti, presentati come miracolistici, sono in realtà espedienti esclusivamente demagogici. Solo dopo averci dimostrato di essere un po’ più uguali a noi cittadini di strada e un po’ meno casta, l’idea di riforma delle pensioni potrebbe essere meno incomprensibile: essendo che l’imposizione fiscale in Italia è la più alta fra tutti i paesi a cui sempre si fa riferimento. A tal proposito finanche il vitalizio dei parlamentari attualmente percepibile dopo un solo mandato, dovrebbe seguire lo stesso procedimento di calcolo utilizzato per i lavoratori dipendenti. Vale a dire che dovrebbe potersi incassare solo al raggiungimento dei quaranta anni di lavoro e di contribuzione e comunque solo il raggiungimento dell’età pensionabile, come previsto per i lavoratori dipendenti. Solo allora diventerebbe proponibile una radicale trasformazione del sistema previdenziale, in maniera tale da poter assicurare anche ai nostri figli una dignitosa pensione.

Tullio Matarazzo

Condove

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