La storia più recente del nostro paese, ci ha mostrato come siano possibili cambiamenti radicali nel modo di intendere la politica. Le formazioni partitiche nate nel dopo tangentopoli, che hanno assorbito al loro interno soggetti provenienti da esperienze politiche diverse, si trovano ancora una volta ad essere fortemente in crisi. Io penso, che chi è in grado di comprendere quelli che sono i sentimenti dei cittadini nei confronti della politica e riesce a interpretarli anche attraverso il processo di evoluzione della propria storia politica, troverà il sostegno e l’appoggio di molta gente. Le stessa gente che non si sente attratta e rappresentata dall’attuale rappresentazione della politica verticistica, praticata da una grande quantità di lacché preoccupati solo di salvaguardare il proprio posto al sole. Credo che non sia eretico ritenere che la politica, quella con la P maiuscola, si debba praticare sul territorio confrontandosi con i cittadini e, sulla base delle indicazioni ricevute, dare vita ad iniziative politiche utili a soddisfare le esigenze di tutti. Come non è eretico pensare che la Politica non vada praticata nelle stanze di privati palazzi dove pochi soggetti decidono per tutti e dettano le regole dei giochi alle quali si deve sottostare. Ed ancora, non è eretico pensare che la Politica deve abituarsi ad accettare anche opinioni non allineate e considerarle motivo di arricchimento del dibattito e non ragione di lacerazione o ancora peggio di divisione. Solo confrontandosi con il territorio la politica potrà pensare di recuperare consenso anche tra coloro che hanno scelto, per protesa, di non presentarsi alle urne. Bene ha fatto il Presidente della Camera dei Deputati a dare uno scossone alla politica del centrodestra con le sue istanze, sussulto che allo stesso tempo gli ha consentito di liberarsi di alcuni “compagni” di strada molto difficili.
Nato a Susa, ex consigliere comunale nel comune di Condove (TO) dove risiedo, dimessomi il 18/02/2009.
Politicamente moderato, preferisco agire anzichè parlare.
Molti politici, purtroppo, usano il linguaggio non come mezzo di comunicazione, ma come deterrente. Nasce così il "politichese" lingua dalle molteplici sfaccettature. In questo spazio io voglio usare un linguaggio semplice per parlare di politica locale, ambientale e del territorio. Per comunicare, per ricevere suggerimenti, consigli ed eventuali critiche.